E poi ci sono loro. “Loro” sono gli assistenti che nelle scuole di ogni ordine e grado aiutano i bambini con fragilità o disabilità. Sono i cosiddetti OSS, un acronimo generico che sta per operatori socio sanitari: figure che svolgono attività di cura e assistenza a persone con disagi o che non sono autosufficienti sul piano fisico e/o psichico. Vi raccontiamo la storia di Mirka. E di molti altri assistenti scolastici.

“Quello che mi rompe è che ci stiamo denaturizzando. Non so se sia un neologismo, ma sarebbe il caso di coniare una parola che indichi che ci stiamo allontanando dalla natura, così come l’abbiamo conosciuta, praticata, vissuta anche attraverso il lavoro e i racconti dei nostri vecchi. Ed è un processo che interessa più ambiti, dallo stile di vita all’alimentazione, alla cultura in generale”. Intervista a Giada Sommariva, 30 anni, un diploma di agrotecnico e un’esperienza pluridecennale tra stalle e malghe.

Il più grande spettacolo dopo il big bang – Jovanotti, attualizzati – è lui. Che, in fondo, è un noi. Parte da Conegliano, dalla sede centrale dell’Anpep, l’Associazione nazionale di Psicologia e di Educazione Prenatale, l’idea – e la petizione – per far riconoscere il Bambino, il primo Patrimonio dell’Umanità. A lanciare la proposta – peraltro già accolta in Vaticano da papa Francesco – è il dottor Gino
Soldera.

La grande pianura ai piedi delle colline, tra Piave e Soligo, è un ambiente fortemente connesso con la storia delle popolazioni che hanno da sempre abitato questi territori. Attraversata da numerosi corsi d’acqua che scendono dai rilievi, interessata da numerosi fenomeni di risorgive, accarezzata dal grande fiume che da millenni ora erode, ora deposita, questa terra umida è un ecosistema che a lungo ha contribuito al sostentamento del territorio.